Tutto era incominciato dalla produzione delle automobili ma ormai la scarsità di chip sta investendo tutti i settori, dall’elettronica agli elettrodomestici, oggi più che mai smart.
La crisi della produzione è iniziata con un vistoso rallentamento nella produzione durante l’epidemia da coronavirus mentre nel contempo è aumentata la richiesta di chip (anche perché lo smart-working, incentivato in tutto il globo, ha aumentato esponenzialmente la richiesta di smartphone, pc e tablet). Una domanda a cui non hanno saputo far fronte i grandi produttori, al punto che, ormai, la ricerca di chip supera, di molto, la reale capacità di produzione delle fabbriche.
Un problema molto complesso, quello della carenza dei semiconduttori, che sta investendo anche la produzione di pc, worskstation, schede grafiche. Ormai la scarsità produttiva e logistica (con navi cargo che viaggiano semi vuote) si riversa in un mercato, quello dei pc, in grande crescita e che risente moltissimo della mancanza di approvvigionamento (al punto che gli USA stanno pensando seriamente di ripristinare fabbriche per la produzione mentre, ad oggi, la maggior parte delle produzioni di chip si trova tra Taiwan e Corea del Sud).
In un mondo sempre più avido di semiconduttori la mancanza di chip è una grana che non si risolverà a breve tempo e sta innescando problemi di non facile risoluzione ( il mercato dell’auto è già in piena crisi e molte grandi aziende del settore automobilistico sono costrette a ricorrere a blocchi di produzione).
La speranza di tutti è che questa crisi di componenti possa risolversi al meglio, con la nascita di nuovi mercati e tecnologie.